CANI DELLA PRATERIA
J.B. Bone è una delle ultime leggende che ancora attraversano le praterie desolate di un West poco civilizzato. Non è precisamente un angelo: bevitore incallito, rapinatore di banche, assassino di donne e bambini, conduce un’esistenza violenta e solitaria, destinata a un inevitabile e crudele epilogo.
SACRED HEART
Ad Alexandria non ci sono adulti. Se ne sono andati e non sono ancora tornati. Così Ben, sua sorella Empathy e i loro amici si trascinano giorno dopo giorno nella più totale assenza di autorità. Ma se le loro notti esplodono al ritmo dei concerti punk rock della band locale, le atmosfere si fanno sempre più inquietanti quando degli studenti della loro scuola iniziano a venire misteriosamente uccisi.
Quella di Liz Suburbia non è una semplice coming of age sull’adolescenza, nella sua narrazione tutta basata sui personaggi c’è molto di più: Sacred Heart affronta le demarcazione tra infanzia e età adulta, tra fede e religione, tra sesso e amore. L’autrice esplora l’alienazione, le questioni di genere, la sessualità, gli eventi traumatici, la voglia di rivincita di una adolescente arrabbiata che non può che vivere i drammi che la colpiscono in solitudine, con un bianco e nero netto, una colonna sonora punk e il realismo magico dei fratelli Hernandez di Love and Rockets a cui la critica statunitense l’ha subito paragonata.
HABIBI
In un panorama epico fatto di deserti, harem e labirintici agglomerati urbani traboccanti di vita e di miseria, si dipana la storia di due anime schiave, portate l’una nelle braccia dell’altra da un destino nato e cresciuto per restare eterno. Lei è Dodola: bambina, poi donna, poi madre imprigionata in un mondo di uomini. Lui è Zam, orfano che nella ragazza – e nelle storie della cultura e della mitologia islamica con cui lei lo crescerà – troverà un amore assoluto, viscerale, indispensabile. Dai miseri villaggi a sud della prosperosa Wanatolia, al deserto popolato di nomadi e criminali, all’opulenza del Palazzo del terribile Sultano, Habibi (“mio amato”) traccia nelle morbide curve della calligrafia araba una parabola sul nostro rapporto col mondo naturale, sull’abissale divario tra primi e terzi mondi, sull’eredità comune di cristianesimo e islamismo e, soprattutto, sulla magica, insostituibile forza del racconto.
IL DECALOGO
Il “Nahik,” un libro misterioso, conterrebbe il “Decalogo di Maometto”. Quindi i Dieci Comandamenti cristiani non sarebbero gli unici! È il destino di questo libro che ha attraversato intatto varie ere, influenzando i destini di uomini e civiltà, che i due autori ci invitano a seguire nei dieci volumi di questa opera. Dieci avventure magnifiche che ripercorrono la storia del nostro mondo, dalla morte del Profeta nel VII secolo ai giorni nostri. Dieci volumi di Frank Giroud, disegnati da dieci autori diversi, che possono essere letti separatamente o come una serie completa.Glasgow. Ai giorni nostri. Simon Broemecke, piccolo editore e scrittore fallito che non si rassegna alla fine di una relazione amorosa, scopre il “Nahik” e decide di trarne un libro che diventerà il successo editoriale dell’anno. Ma da allora non avrà più pace, soprattutto da quando le sue vicende si intrecceranno con quelle di un serial killer che lascia accanto alle vittime un bambolotto…
THORGAL
Chi è Thorgal? Vive tra i vichinghi, ma il suo aspetto e il suo carattere svelano un’altra origine. Che sia davvero un figlio delle stelle? E come può concedersi il lusso di amare la bella Aaricia, se fra i due si frappone il padre di lei, lo spietato guerriero noto come Gandalf il pazzo? La grande saga fantasy entrata di diritto tra i capolavori del fumetto! Ai testi, l’acclamato Jean “XIII” Van Hamme, ai disegni il maestro polacco Grzegorz Rosinski.
XIII
Un successo clamoroso per Dargaud e per due veterani del fumetto d’avventura (Van Hamme e Vance), che hanno dato forma a un thriller tecnologico, un poliziesco denso di indizi in tredici volumi autoconclusivi (ma già si parla di un seguito). Ogni volume è leggibile a sé, ma lascia sempre tracce di una grandiosa storia in evoluzione. XIII è pieno zeppo di situazioni elettrizzanti e sembra costruito con gli stessi principi di tensione che stanno alla base del film I soliti sospetti.