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Proiettili vaganti. Schegge di vita quotidiana. Esistenze a prima vista marginali, che però acquistano un valore emblematico, se riunite in un unico affresco. Questa è anche la caratteristica di Stray Bullets, opera corale che ci racconta, attraverso una serie di episodi autoconclusivi, un’America anni Ottanta tanto più veritiera quanto più immersa in una sua dimensione minimalista, provinciale, quotidiana. A volte torbida, inquietante ma sempre spietatamente sincera. Una sinfonia in bianco e nero che vi terrà inchiodati alla pagina dalla prima all’ultima vignetta.