PROFILI DI DONNA

 15,00

Quick Overview :

Paolo Cossi reinterpreta le sue creature femminili donando loro un’aura particolare e rendendo omaggio all’importanza che le donne ricoprono sia nelle sue storie sia nella sua vita. Il portofolio si compone di due parti la prima è una breve storia a fumetti sull’origine dell’8 marzo, la seconda parte invece si compone di una serie di ritratti di donne famose e non che spiccano per la loro personalità e che hanno profondamente inciso nell’immaginario collettivo.
Donne di terra, di acqua, di fiume, di cielo, di aria, di carne, donne di carta che ci accompagnano sempre e sono li a raccontarci di un autore, Paolo Cossi, che ha lasciato il folletto del fumetto tra i boschi della Valcellina per trasformarsi in un frizzante alchimista delle immagini. Caratteristiche di una persona che tra un viaggio e l’altro, sa proporci ogni volta uno stacco, un tempo dilatato, in cui il fascino del racconto, della rappresentazione, dell’avventura ci prendono per mano e ci fanno camminare tra sentieri, strade, ponti e guadi nel meraviglioso mondo della creatività. I ritratti realizzati ad acquarello di donna armena, indiana, birmana, etiope, messicana, così come i ritratti di personaggi del calibro di Alda Merini, Ada Gobetti, Anna Frank, Frida Kahlo, Louise Brook, Billie Holiday e tante altre, fanno di questa pubblicazione grafica un oggetto di lusso esclusivo, per l’alta qualità della stampa, della carta e per l’alto contenuto artistico, una creazione unica nel suo genere, da non perdere assolutamente.
Il volume sarà realizzato su una speciale carta che ha ottenuto la certificazione FSC (Forest Stewardship Council) per tutta la produzione. La certificazione FSC è il prestigioso riconoscimento che attesta i criteri di sostenibilità e rispetto ambientali utilizzati nel processo produttivo.

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IL CAVALIERE NERO

 7,50
Ne Il Cavaliere nero Franco Busatta rilegge una classica storia de Il Piccolo Rangerdall’omonimo titolo, pubblicata negli anni Sessanta da Sergio Bonelli. La vicenda, che vede contrapporsi un giustiziere mascherato al Piccolo Ranger, uno degli eroi-fanciullo che andavano per la maggiore nel panorama fumettistico nostrano dal dopoguerra fino agli anni Settanta, è imperniata sul tema dell’identità perduta e del doppio.
Al centro della trama troviamo infatti due gemelle e due personaggi maschili, uno buono, l’altro cattivo, dallo stesso nome: Kirk Madison. Il Cavaliere Nero è alternativamente impersonato proprio da una delle due gemelle e dal vero Kirk Madison, creando un labirintico gioco di specchi dove le domande ricorrenti si focalizzano insistentemente sull’apparire e lo scomparire, sul vedere e sul percepire. Così, rifacendosi alla tradizione del feuilleton francese ottocentesco, Lavezzolo, imbastisce un fumetto che spinge alla riflessione sui meccanismi stessi del racconto e sul rapporto tra l’autore e il lettore.
A partire da questo discorso, la rilettura busattiana è tutta giocata sulla sottrazione e, immergendo tutta la parte visuale nel buio, a eccezione della figura del Cavaliere Nero, mette l’accento sugli invisibili processi della narrazione senza rinunciare a una revisione ludica che tiene conto dell’originaria destinazione leggera, popolare del fumetto.
Il lavoro è realizzato, mantenendo tutti i disegni e i balloon nella posizione originale, senza alterazioni di sequenza, con l’unica concessione di alcune pagine ripetute o di alcune vignette riprese in negativo.

QUARANT’ANNI ADESSO

 10,00

Quello di Sergio Filippini è un racconto “negli” più che “sugli” anni Settanta incentrato sull’amicizia, nata sui banchi di scuola, fra i tre protagonisti, Enrico, Francesco e Demetrio, passati attraverso i primi scontri sociali e poi la lotta armata, e travolti dal disastro politico e umano che ne seguì.
Una storia semplice ma ben incastonata in un contesto duro e intricato, che muove da una profonda riflessione su quel momento storico.

LA ROSA SEPOLTA

 18,00

Un Paese immaginario è appena uscito da una guerra lunga e sanguinosa, nel corso della quale eserciti e milizie irregolari hanno addestrato bande di bambini soldato – vittime di un sistema di violenza e ferocia che ha fatto di loro dei “piccoli diavoli” – a compiere truci e crudeli azioni in seno alla popolazione civile per diffondervi il terrore. Uno di loro, Sergio, ormai senza casa e senza famiglia, vaga per il Paese in una sorta di solitaria fuga dall’atrocità, e sembra trovare pace in un piccolo centro di montagna, dove la giovane proprietaria di una fornace, Angela, che è mossa da una caparbio desiderio di riscatto e giustizia dagli orrori della guerra, gli offre un lavoro. Tra i due si stabilisce a poco a poco un rapporto di reciproca attrazione e ammirazione, ma nelle ambiguità della ricostruzione post-bellica – fra traffici d’armi, ex miliziani a piede libero e vecchi e nuovi profittatori – il passato torna a bussare con forza alla porta, e Sergio dovrà intraprendere un percorso doloroso e fare i conti con le responsabilità del passato.

UN SECULU DI STORIA

 10,00

Il racconto di Salvatore D’Agostino si svolge su due livelli: la storia di quotidiana rassegnazione e codardia di un piccolo commerciante, rovinato dalla mafia e la rappresentazione di un’intensa poesia di Buttitta sui mali endemici della Sicilia. Le due storie s’intrecciano veloci, quasi un botta e risposta che affascina il lettore.
D’Agostino usa stili diversi nell’affrontare i racconti paralleli: espressionista, geometrico, essenziale in quello del commerciante, cui l’uso drammatico dei neri, i volti deformati, le prospettive falsate conferiscono una dimensione quasi onirica; più pittorica, i neri sgranati, l’impaginazione veloce, le vignette che si accavallano quasi a rincorrersi, nella rappresentazione della poesia. Quest’ultimo è l’aspetto che colpisce maggiormente: l’autore è riuscito a rendere l’urgenza dell’estro creativo, il rincorrersi di quelle vignette come il crescendo drammatico delle parole di Buttitta.

FUORI GIOCO

 15,50

«Nell’anno 075 i massimi organismi dirigenti decisero di sopprimere il pallone. Da quel momento l’entrata del giocatore stesso nella porta avversaria valse una rete… Il nome calcio scomparve: non si addiceva più al nuovo gioco… Credo di essere rimasto uno degli ultimi a ricordarmene…»
Così si racconta Stan Skavelicz, l’anziano telecronista sportivo che commentò l’ultima partita, il giorno in cui il calcio morì.
Ora un’emittente televisiva gli ha commissionato un servizio su quell’antico sport e lui, costretto a un doloroso viaggio tra i ricordi, fruga tra documenti e immagini d’archivio.
Ambientato in un futuro prossimo, lo spendido racconto di Patrick Cauvin, illustrato da Enki Bilal, fa riflettere su un tema di tragica attualità… con un filo di speranza.