L’INFANZIA GIAPPONESE DI MIYO-CHAN

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Midori Yamane ne seleziona uno per ciascun mese dell’anno, e lo racconta con disegni semplici e pieni di grazia: il rituale dello SHOGATSU, il nuovo anno: la danza del leone.
Oppure la festa marzolina delle bambine, MOMO NO SEKKU. Oppure ancora la chiusura degli AMADO quando si avvicina il tifone, o il pasto di mezzanotte dell’ultimo giorno dell’anno, in cui si mangiano gli spaghetti di grano saraceno, i TOSHI KOSHI SOBA, che sono lunghi, e quindi servono per augurare “lunga vita”.
Il racconto è molto interessante per il lettore occidentale: le usanze raccolte da Midori Yamane sono poco note anche ai conoscitori della cultura del Sol Levante.

L’infanzia giapponese di Miyo-chan è anche un libro per conoscere e per “fare”, divertendosi: costruendo, secondo le istruzioni disegnate, l’elmo di un guerriero o la maschera di un ONI, un demone malvagio; oppure imparando come disporre, in modo decorativo, le polpette di riso dolce in un piatto, per poi offrile alla luna piena, OTSUKIMI, di cui si celebra la bellezza nel mese di settembre, quello in cui è più luminosa.

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L’infanzia nel Giappone di oggi: che fatica! Gli antichi riti che segnano l’infanzia di Miyo-chan, una bambina di 7 anni, racconta quanto faticosa sia la vita dei bambini nel suo paese, soggetti ad osservare molte regole e “doveri” legati ai tanti riti e usanze della vita giapponese.

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